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“Ricordo di Luciano Gregoretti” di Massimo Ciambotti

La notizia della scomparsa di Luciano Gregoretti è stata per me e per tutta la Fondazione Claudi molto dolorosa.

Luciano Gregoretti e la moglie Maria Teresa Copelli, inseparabile compagna, amica e prima collaboratrice

E’ difficile scindere considerazioni personali da quelle istituzionali, legate al ruolo che ricopro come Presidente di una Fondazione alla quale Luciano si era molto legato, sempre apprezzandone la vivacità e la freschezza delle iniziative. Ho conosciuto Luciano già nei primi eventi romani della Fondazione Claudi, nel 2007. Il fatto di avere una casa anche a San Severino Marche, nella quale si recava spesso con Maria Teresa, soprattutto nel periodo estivo, ha facilitato subito una frequentazione, diventata presto sincera amicizia. Luciano è sempre stata una persona così affabile, signorile, al contempo semplice e alla mano, con il quale si sarebbe voluto trascorrere volentieri ore e ore a parlare, tra ricordi, racconti, aneddoti, storie piccole o grandi vissute in un trascorso di vita ricco e molto variegato. Proprio questa ricchezza di esperienza ci ha portato ad accogliere con entusiasmo l’idea di progettare e allestire la mostra antologica a lui dedicata nel Palazzo Claudi di Serrapetrona nel 2015: era un atto dovuto ad un vero maestro, di cui non si poteva sottacere il suo curriculum straordinario, la sua statura morale, la sua personalità eclettica, operosa, infaticabile, capace di “unire le arti” secondo sentieri molteplici che intrecciano modalità espressive diverse nel lavoro e nelle attività svolte.

Dopo la mostra a lui dedicata, si è voluto subito immergere nella realizzazione della grande mostra su Vittorio Claudi, nei dieci anni dalla morte (2016), unita al bellissimo volume che ne raccoglie la biografia.

La testimonianza del suo rapporto con Vittorio e con la famiglia Claudi è stata per noi un grande avvenimento. Ancora oggi è possibile ammirare quella mostra all’ultimo piano di Palazzo Claudi: non abbiamo avuto il coraggio di “smontarla”, perché è un magnifico compendio della natura e degli scopi stessi della Fondazione. A Luciano mi legano tanti ricordi, sentimenti di grande stima e di profondo affetto, di amicizia che sapevo ricambiata. Anche se ci sentivamo più raramente negli ultimi anni, mi sono sorpreso spesso nel pensare ad episodi del nostro rapporto di amicizia, al suo entusiasmo, alla sua volontà continua di non arrestare mai il lavoro della mente e di proporre sempre qualcosa di nuovo. Un esempio per tutti.

San Severino Marche, 18 gennaio 2021

Massimo Ciambotti