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LA LETTERA DI MARIA ZAMBRANO

Claudio in questo periodo si interessa anche di fisica, in particolare della dinamica dei fluidi. Di questi argomenti e di altre tematiche di natura scientifica discute spesso con il poeta Leonardo Sinisgalli e con la filosofa spagnola Maria Zambrano, come dimostrato da una lettera scritta da quest’ultima il 5 aprile del 1962:

Mio caro amico Claudio:

Oggi dev’essere più o meno una settimana dal giorno in cui ci siamo incontrati al “Greco”, ed è scaturita quella conversazione per me così interessante sugli esperimenti che Lei ha realizzato ultimamente. Non l’ho potuta dimenticare.

Come lei sa, io non ho studiato specificamente Fisica moderna e la classica, diciamo, come tutti. E pertanto, non è un giudizio sui suoi esperimenti sul vuoto nei liquidi quello che posso offrirle. Ho provato una grande impressione nel rendermi conto che si tratta della possibilità di un’azione sul “vuoto”; non dico “approfittare” perché, questo termine, non mi piace affatto, e ho sentito una specie di vertigine davanti alla prospettiva che un giorno non lontano sarà così.

E aldilà di qualunque applicazione tecnica, m’impressiona – e da qui la vertigine – da un punto di vista metafisico, poiché sarebbe qualcosa di molto vicino alla creazione. Certo che ciò che le manca [alla creazione, n.d.t.] perché in assoluto sia è, a mio modo di vedere, proprio l’Assoluto. Poiché la creazione totale sarebbe creare innanzitutto il vuoto, creare il nulla e, poi, la realtà. Creare il nulla, come scrive il poeta Machado nel “Abel Martin”. Dio fece la prima cosa e questo, l’uomo, non può farlo perché, in quel nulla, egli sprofonderebbe.

Infine… è una cosa che mi ha portato a una lunga meditazione e volevo dirglielo, e darle forza e, allo stesso tempo, calma, religiosa calma.

Un saluto con l’amicizia di Maria Zambrano

(F.C., Lettera di Maria Zambrano a Claudio Claudi, 5 aprile 1962, C. COR. I.107.tris. La traduzione e la trascrizione della lettera sono di Valerio Nardoni).